Sentire di coscienza


Replying to Come nasce l’io

  • Create account

    • Nickname:
  • Enter your Post

    •              
           
       
      FFUpload  Huppy Pick colour  HTML Editor  Help
      .
    •      
       
      File Attachments    Clickable Smilies    Show All
      .
  • Clickable Smilies

    • :huh:^_^:o:;):P:D:lol::B)::rolleyes:-_-<_<:)
      :wub::angry::(:unsure::wacko::blink::ph34r::alienff::cry::sick::shifty::woot:
      <3:XD:*_*:];P:XP:(:=)X):D:>.<>_<
      =_=:|:?3_3:p:;_;^U^*^^*:=/::*::b::f:
  • File Attachments

    • ForumCommunity Hosting   jpg gif png zip ...

      Descr.:
      Image Hosting: host it!

  •   

Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 28/5/2007, 17:31
    Come nasce l’io

    L’io nasce dal senso di separatività che l’individuo prova nei confronti del mondo che lo circonda. Questo sentirsi una entità distinta dal resto non acquisito o dovuto all’educazione, ma esiste ben spiccato, nell’uomo, prima che sia assoggettato alle consuetudini sociali. Che l’individuo sia unità è un fatto indiscutibile, che quindi si senta individuo separato, distinto, non può essere dovuto ad un errore. Allora voi direte? Esiste una differenza tra senso di separatività e senso di individualità. Quest’ultimo è suggerito dalla natura dell’individuo, in quanto solo avendo consapevolezza della propria individualità si può avere coscienza dei propri doveri; solo sentendosi una unità integrante nel tutto si può avere coscienza dei propri compiti. Siete individui: e come può sorgere la vostra coscienza se voi non comprendete? L’individuo è solo di fronte alla verità.
    Quando vi diciamo che nessuno può comprendere per voi, vogliamo rafforzare il vostro senso di individualità. Generalmente si è consci del peso della propria persona quando si hanno dei diritti da accampare, mentre i doveri da adempiere si lascerebbero volentieri agli altri. Ciò è dovuto al senso di separatività, che è un intimo errore di interpretazione del senso di individualità suggerito dalla natura. Quando l’individuo non fa attenzione all’errore nel quale cade, prende corpo l’io, con l’insito bisogno di espandersi: nasce l’egoismo.
    Si deve invece avere coscienza della propria individualità, per sentire il peso della propria responsabilità ed essere uniti a tutti, per non creare il culto di se stessi. Riconducendosi a questa esatta visione di se nel tutto, si può porre fine all’io e ai suoi processi di espansione. Concludendo: superare l’attività espansionistica dell’io non significa cessare di vivere, cadere in un immobilismo; significa continuare a vivere altruisticamente.
    Non è quindi un nemico del genere umano che predica il superamento dell’attività dell’io. Non è né ambizioso né un cattivo consigliere chi parla unicamente per amore della verità

Review the complete topic (launches new window)