I POTERI SULL’INVISIBILE

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  1. isaefrenk
     
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    I POTERI SULL’INVISIBILE

    Sì, in sostanza, fratelli, voi sareste i moderni cultori della negromanzia: i moderni cultori della negromanzia, comodamente seduti in attesa del brivido.
    Veramente i tempi sono cambiati ed anche questa vecchia, decrepita direi, pazzia dell’uomo ha mutato abito, si è introdotta nei salotti, collocata fra i passatempi dell’ultima generazione. Vecchio è il desiderio dell’uomo di mettersi in contatto con quel mondo invisibile che lo circonda, la cui esistenza sfugge alla più recente scienza ed è ancora oggi materia di fede. Le evocazioni della storia, fratelli, non possono essere contate, tante esse sono. Erano credute tanto da incutere paura, prima, ed essere condannate poi.
    Successivamente, quando l’uomo apre gli occhi quel tanto necessario per osservare i più elementari fenomeni che lo circondano e trascriverli in leggi, forte per la conquista e per la fatica, ride dell’invisibile così come un ebete può ridere su un’opera d’arte che non capisce.
    Oggi invece l’uomo, grazie alle tante gaffes commesse, cerca di essere meno drastico e categorico: studia il fenomeno con lo stesso successo che può avere chi, ad esempio, voglia tradurre un’opera scritta in francese, convinto che lo sia in arabo. Povero dilettante! Che cosa ha cercato di raggiungere? La prova scientifica della sopravvivenza dell’anima per moralizzare i popoli? Creare il nuovo motivo di inibizione fondato sulla scienza, oggi che si sta sciogliendo quello fondato sull’ignoranza dominatore dei tempi passati? Oppure dimostrare che più nulla esiste oltre quello che vedete?
    Le vostre o le loro sono personali interpretazioni, polemiche, non positive indagini dei fatti. Non lasciamoci trascinare dalla foga che l’amore alla scienza a volte può dare. Amore alla scienza, ho detto. Chissà, fratelli, se tornata in voga la moda di bruciare i cultori delle scienze occulte, ci sarebbero tanti, come oggi, che hanno amore a questa scienza? Sareste ugualmente numerosi a questo genere di riunioni? Eppure quanti, prima di voi, hanno sfidato il fuoco, seguito le più impossibili pratiche pur di evocare l’anima di qualche trapassato.
    Allo scoccare della mezzanotte, fra il 1° ed il 2° giorno di novembre, vestiti di nero, acceso un fuoco di legno di cipresso e di verbena, bruciare della mirra e dello zolfo, pronunciando il seguente scongiuro: “O potenti forze delle tenebre e della morte io vi invoco. Ombra che nascondi, morte che cancelli, io evoco dallo scuro regno l’anima di Tizio, Caio e Sempronio.
    Presa una tibia con la destra, tenendo un teschio nella sinistra, compiere di corsa 13 volte 13 passi, ripetendo lo scongiuro, e gettarsi in una fossa scavata in un cimitero per seppellire un morto, coricarsi guardando il cielo, ripetere lo scongiuro aggiungendo: “ Tizio, Caio o Sempronio, mostrati a me!”.
    Il risultato è certo. Lo credo! O sarete voi che andrete a raggiungere l’anima evocata, morendo dallo spavento, oppure essendo tanto pazzi da seguire questa pratica, niente di più facile che possiate vedere quello che desiderate. Se avete pratica di queste formule, se per curiosità avete letto l’opera di un qualche ciarlatano (e non potrebbe essere altrimenti) sulla magia bianca e nera, avrete certamente notato che ogni formula presenta delle difficoltà di esecuzione insormontabili. Molto probabilmente chi le ha inventate, rendendole impossibili, si cautelava contro ogni eventuale accusa di impostura in quanto nessuno vi sarebbe stato che le avrebbe provate e trovate false. Con probabilità questo pensava l’autore; mentre qualsiasi formula, anche la più fantastica, quando colpisca l’immaginazione e sia seguita scrupolosamente dalla volontà e convinzione di un pazzo, diventa efficace.
    Le difficoltà presentate dai rituali magici non sono che la pietra di paragone per la volontà e convinzione dell’operatore. Chi riesce a procurarsi da solo, con i propri mezzi, tutto quanto il rituale richiede, ha tanta forza in sé da muovere le montagne. Gli altri si arrendono. Non è quindi “ la mano di un assassino giustiziato e sepolto da tre giorni” che può farvi operare dei prodigi, ma la volontà che avete dimostrato di potervi procurare un simile cimelio. Ma chi ha in sé questa forza, questa volontà, non ha bisogno né di bacchetta magica né di altri arnesi del genere per operare sull’invisibile. I Maestri ne sono esempi viventi. E quando un uomo comune chiede di operare un prodigio, mostri la sua volontà procurandosi le più impossibili e stravaganti cose. Non è neppure vero quindi che la bacchetta magica del mago, in mano all’apprendista, compia gli stessi miracoli.
    Il potere sull’invisibile è una facoltà personale che non può essere tramandata, non può essere realizzata a seguito di una comunicazione. Deve essere trovata e chi non l’ ha naturale per evoluzione, deve dimostrare di avere tanta volontà da procurarsi le più impossibili cose.
    Ora vorrei dire ancora qualche cosa: non diciamo una cosa nuova affermando che l’uomo ha a propria disposizione dei poteri che neppure si sogna, ma perché queste facoltà siano attive, bisogna che l’individuo abbia un particolare stato interiore che è naturale nel Guru, nel Santo, nel Mago; artificioso nello stregone, nell’ignorante.
    È come la corda di uno strumento musicale che per produrre un suono od una nota desiderata, deve essere tesa in modo giusto. Questa intima tensione è naturale virtù dell’evoluto, mentre nel non evoluto è un’autosuggestione che egli si procura seguendo queste forme magiche.
    Al Maestro che desideri agire sul visibile o sull’invisibile non occorre alcuna formula, perché in sé ha questa intima tensione, non ha bisogno di ricorrere a qualcosa di molto simile ad uno stupefacente per averla. Ora questi poteri sull’invisibile sono propri dei Maestri; ma questo non significa che non possono essere adoperati a scopo egoistico; ciascuno può usare come meglio crede dei propri poteri, così come a proprio piacimento usa le mani. Una sublime legge di giustizia e di equilibrio tutto soppesa e valuta; là dove questo equilibrio viene rotto, nasce, si crea una causa il cui effetto andrà a ricadere sugli autori di questa perturbazione per trasformarli, per insegnare loro una verità.
    Sublime misericordia, perfetta giustizia di Dio.
    Ricordatelo voi che invocate la misericordia celeste per i casi vostri, la giustizia divina, quando non avete potuto vendicare un torto fattovi.
    Dio non punisce, ma corregge chi ha perturbato l’equilibrio.
    Torniamo a noi. Fortunatamente questo gioco di forze non è mai oltremodo dannoso perché la ferma convinzione, la ferrea volontà del Maestro, sono sempre dirette a scopi altruistici e quindi benefici. Quelle dello stregone, dell’ignorante che abbiano superato le difficoltà con una formula magica, costano a questo ignorante o a questo stregone un tal dispendio di energie che, dopo due o tre pratiche di questo genere, costui finisce, come ipotesi migliore, pazzo completo. Non si avventuri quindi l’ignorante negli impervi sentieri delle scienze occulte per non essere divorato dalle Sfingi!
    Volontà, fede, scienza, ecco il trinomio su cui il mago fonda la propria azione.
    Volontà, convinzione, immaginazione, danno allo stregone un’effimera potestà sulle cose e sulle creature.
    Tali sono gli elementi che contribuiscono al successo in una pratica magica. Ma vi sono altri fattori i quali, pur non concorrendo direttamente, non possono essere trascurati, fattori od elementi che servono a dare all’operatore uno stato d’animo particolare corroborante in tutto lo svolgimento; ad esempio un senso di timore che favorisce l’estrinsecazione della sensibilità, oppure quel senso del segreto, dell’occulto che fa si che sia aumentata nell’individuo l’infatuazione. Vi sarà certamente capitato di dover attraversare un luogo solitario, timorosi di quello che poteva accadervi; ed allora ricorderete di aver visto ed udito cose inesistenti, eppur reali e sensibili ai vostri sensi. Allo stesso modo osservate con quale morbosa curiosità si ascoltano cose segrete, con quanto piacere si fanno certi atti in luoghi proibiti.
    Si usa, nella vostra società, censurare tutto quanto è attinente al sesso, credendo con ciò di fare opera di moralizzazione; ma le immagini e quanto altro sfuggito alla censura, che cadono sotto l’attenzione di un individuo, acquistano un tale potere erotico da rendere tre volte inutile l’opera di moralizzazione. Così di fronte, ad esempio, ad una situazione piccante è di gran lunga meno porco il membro di una qualche associazione di nudisti che un funzionario della censura stessa. Tutto ciò viene per l’ascendente che ha il segreto, l’occulto per un individuo.
    Il compiere un opera magica richiede un’attenzione, una precisione non comune; il trascurare il particolare più insignificante può compromettere l’opera tutta. Generalmente si crede che chi ha poteri sull’invisibile possa esprimere un desiderio e vederlo realizzato immediatamente: tutto questo è un errore: occorre la completa partecipazione dell’individuo, di tutto l’individuo.
    L’opera del Cristo è un’opera magica.
    Potenza della parola! Una folla inferocita pronta a linciare una povera donna ed una frase, detta nel modo più semplice e sereno, d’incanto arresta ogni velleità.
    Nulla più della calma annienta l’iroso.
    Fermenta un popolo, si pronuncia una condanna.
    Ma chi uccidete, o potenti? Il falegname che parla per regalare sogni alla povera gente? Nulla più dell’ombra spaventa chi ha poteri temporali.
    Il mago che agisce sulle moltitudini ha più conoscenza dell’uomo e del visibile che del divino e dell’invisibile.
    “Quando qualcuno di voi sarà riunito in nome mio – dice il Cristo – qui io sarò”, ben conoscendo l’importanza di queste parole.
    Quando alcune creature sono fermamente convinte nel potere di un individuo, conferiscono a lui tutto il potere creduto.
    Guardate: sono poche pietre chiamate Altari. Due luride mani che spezzano del pane, una fetida bocca che pronuncia incomprese parole, eppure avete di fronte a voi il prodigioso per eccellenza! Potenza dell’umana convinzione!
    Ecco quella creatura curva per l’artrite, guardarvi con un’espressione bieca per la miopia, cercare di sorridere con i pochi denti superstiti di una piorrea alveolare, e voi giurate di averla vista volare cavalcando la coda di Satana. Potenza dell’umana immaginazione.
    Provate ad imporre a quello scalatore di raggiungere quella cima accessibile ai soli volatili, come più volte ha fatto di sua iniziativa, e lo vedrete cadere nell’ascesa non una ma dieci volte. Potenza dell’umana volontà!
    E più ancora. Ecco l’acqua di una piscina su cui galleggia pus, croste, bende infette, guarire, sanare ciò che non possono i più moderni mezzi. Potenza dell’umana fede!
    E voi, uomini, ricercate l’energia nella materia! Se dunque ciascuno di voi ha tanta forza in sé da far credere che possa sovvertire le leggi della natura, quando più persone siano riunite in un’unica fede, potete immaginare quale forza ne scaturisca.
    I romani erano fermamente convinti dell’esistenza degli Dei, e con queste loro convinzioni avevano creato delle forme pensiero così caratterizzate e dense da essere scambiate per entità, reali all’occhio del veggente.
    Successivamente, quando il cristianesimo prese vigore, e il popolo non credeva più negli antichi Dei, a Giuliano in una visione, apparvero stanchi e terribilmente invecchiati.
    Quando delle creature si riuniscono, fermamente convinti in qualcosa, creano una catena magica che può avere degli effetti cinetici sulle cose e sulle creature. Dopo l’esperienza del Mesmer sugli animali e sugli uomini, si pensava che le cose dette “forze psichiche” avessero ascendente solo sugli animali e sugli individui; successivamente lo spiritismo dimostrò che il pensiero è un’ente dinamico che può mettere in moto corpi inanimati da chi sappia, con la volontà, dirigerlo e produrre una serie di meravigliosi fenomeni.
    Gli spiriti riuscirono tanto bene in questo primo intento che alcuni studiosi ne esclusero addirittura l’intervento, attribuendo i fenomeni e le forze pensiero dei presenti, in special modo del medium, essi attribuivano a questi poveri medium tanta forza, tante possibilità quante sono le malattie guarite dalla panacea universale. Sorsero così le correnti naturalistiche del tutto giustificate. Se si pensa che fino a pochi anni fa si discuteva su quanti Angeli possono entrare sulla punta di un ago? E si discuteva e si discute tutt’oggi: si creano delle teorie per spiegare ciò che è semplice, ciò che è già spiegato, ma che non si vuole ammettere. Ed allora esprimiamo un ringraziamento particolare a nome dell’umanità ai vari inventori dei serbatoi cosmici, della memoria ancestrale, ecc. ecc. praticamente serviti ed accontentati da quei ciarlatani sedicenti medi. Potenza dell’umana illusione!
    Voi così categorici nei vostri giudizi, così precisi nelle vostre valutazioni, così esatti nelle vostre osservazioni, che sapete distinguere il bello dal brutto, il gradevole dallo sgradevole, il freddo dal caldo, per dare una assoluta importanza a tutto ciò, non avete ancora compreso né l’uomo né la natura.
    Aprite gli occhi una buona volta, girateli intorno e guardate. Convincetevi che ogni cosa fa parte di un Tutto, di un meraviglioso Tutto in cui uno solo è il principio ed una sola la fine. Non vi sono creature neglette e altre privilegiate, ma ogni creatura, in relazione, è ugualmente dotata. Cercate quindi di vedere questo, di convincervi di ciò, di sapervi collocare nel grande disegno Universale ed allora una grande pace, un grande equilibrio, una grande serenità saranno in voi; ed in questa pace, in questo equilibrio, in questa serenità si svilupperanno quei poteri occulti, poteri i cui effetti hanno creato la parola “miracolo”: sono sembrati cioè tanto grandi in verità da doverli attribuire alla Divinità. E così è, fratelli, quella Divinità che è in voi, che è in me, che è in tutti.
    Dal libro “Maestro perche’” edizione mediterranee medium Roberto setti
     
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