I pozzi ad aria: Come fabbricare l'acqua con......l'aria

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    acqua potabile, risolto ecologicamente il problema dell'approvvigionamento dell'acqua


    nonno Luigi

    I pozzi ad aria:
    Come fabbricare l'acqua con......l'aria

    L’acqua è l'affare del futuro. Numerose multinazionali ed istituti finanziari stanno investendo nella gestione dell’acqua potabile. Nuovi fenomeni di siccità prolungate stanno colpendo anche i paesi temperati. Ma noi vi suggeriamo come ricavare l' acqua dall’aria. O meglio, dall’atmosfera

    Se siete stati mai ospiti di un vostro fortunato amico con casa in campagna o al mare, avrete notato talvolta di mattina o al crepuscolo quanta acqua inumidisce copiosamente il giardino o le automobili parcheggiate, anche in forma di rugiada.
    Camminando in giardino, avrete lasciato le orme nell’erba bagnata e sarete stati costretti ad attendere prima di rientrare in casa. Tali rispettabili quantitativi di acqua si formano per condensazione dell’umidità atmosferica.

    Va sottolineato che nella nostra atmosfera circolano abitualmente e liberamente veri e propri corsi d’acqua.
    Sin dalla fine degli anni ’80 illustri scienziati meteorologi studiavano i movimenti del vapore acqueo nella troposfera, che è poi la zona dell’atmosfera direttamente a contatto con la superficie terrestre.

    Lo spessore della troposfera varia dagli 8 chilometri ai poli ai 20 chilometri dell’equatore. Incidentalmente, le sostanze inquinanti si concentrano nella troposfera.
    Tra gli studiosi della troposfera “eretici”, ed in seguito confinati in posizioni di prestigio di media o scarsa rilevanza, spicca lo studioso del M.I.T Reginald Newell, autore di importanti testi di meteorologia.

    Newell nel 1993 diffuse le sue ricerche sui 10 “atmospheric rivers”, che erano vere e proprie correnti di vapore acqueo nella troposfera, capaci di trasportare fino a 165 milioni di chilogrammi di acqua al secondo.

    Questi fiumi atmosferici scorrono a circa 1 chilometro e mezzo di altezza sulla superficie terrestre e le loro dimensioni si misurano in centinaia e migliaia di miglia. Essi trasportano circa il 70% dell’acqua dall’equatore alle medie latitudini e determinano l' entità ed i luoghi delle precipitazioni atmosferiche sulle coste.

    Ora, torniamo alla nostra esperienza sensibile.
    Tutti coloro che possiedono e gestiscono un condizionatore d’aria e magari un deumidificatore sanno fin troppo bene quanta acqua esce da questi elettrodomestici.
    Sappiamo anche che è possibile innaffiare interi terrazzi e giardini anche grandi con l’acqua che esce dai condizionatori d’aria in funzione e a normale regime.
    Spesso e volentieri magari ci chiediamo come mai tali sistemi di trattamento dell’aria non vengano usati in scala più grande per produrre acqua potabile dalla nostra atmosfera.
    L’ovvia risposta potrebbe essere che il dispendio di energia necessario a ricavare l’acqua dall’aria renderebbe tali sistemi non competitivi con altri sistemi generalmente usati.

    Ma se la spesa fosse zero?
    Ovverossia: se ci fossero sistemi per ricavare acqua dall’aria, mediante condensazione ( trasformazione di un gas in un liquido) e a costo ridottissimo e magari senza dispendio di energia, non converrebbe a tutti noi approfondire tale possibilità e studiare i possibili sistemi per ottenere quanto sopra?

    Questi sistemi esistono, e non da oggi.
    Tra il 1900 ed il 1907 furono condotti scavi a Teodosia (antica città greca del VI sec.a.C., poi bizantina sulle coste ucraine del Mar Nero, poi conquistata dai mongoli e perfino colonia ligure nel Medio Evo), scavi famosi ed ampiamente riportati dalle cronache. Durante tali scavi vennero trovate tubazioni per l’acqua molto evolute, di otto-dieci cm di spessore, e si vide che esse venivano alimentate da stranissime strutture.

    Tali strutture altro non erano erano che una decina di enormi cumuli di calcare di 13 metri di altezza, ciascuno ampio 30 metri quadri, ed erano veri e propri pozzi ad aria per catturare l’aria di condensa in determinate ore del giorno. Il particolare sconvolgente è che si calcolò che tali pozzi potevano produrre circa 53.000 litri di acqua al giorno!

    Studiando questi antichi pozzi ad aria, Friedrichk Ziebold costruì proprio su una collina di Teodosia un condensatore atmosferico strutturato come i resti archeologici precedentemente esaminati.
    Ebbene, il condensatore di Ziebold divenne famoso come esperimento brillantemente riuscito. Il suo condensatore altro non era che un cumulo di ciottoli marini di diametro variabile dai dieci ai quaranta centimetri, con un diametro di 20 metri alla base del cumulo ed un altezza di 11 metri e mezzo: eppure era capace di produrre sino a 360 litri di acqua al giorno.
    E tale quantità di purissima acqua venne prodotta a costo zero fino al 1915, quando il condensatore cominciò a deteriorarsi per una spaccatura non riparata.

    Ispirato dal condensatore di Ziebold, anche il bioclimatologo Leon Chaptal costruì un pozzo ad aria vicino a Montpellier nel 1929:
    Si trattava di una piramide di cemento di tre metri quadrati alla base ed alta circa due metri e mezzo, dotata di piccoli fori di ventilazione sulla cima e sul fondo.
    Tale piramide era riempita di pezzi di calcare di 5-10 cm di diametro, per condensare il vapore atmosferico e raccogliere l’acqua ottenuta in un serbatoio.
    Nel 1930, nel periodo corrente da aprile a settembre, la piramide raccolse circa 1.000 litri di acqua. Va rilevato, dagli studi di Chaptal, che la produzione d’acqua di questa piramide variava molto di anno in anno: infatti nel 1931 i litri di acqua prodotti furono soltanto 500.

    Di fattura molto più semplice sono invece gli stagni di rugiada descritti da Arthur Hubbard nel 1907 (nel libro “Neolithic Dew Ponds and Cattleways”) nelle strutture preistoriche d' Inghilterra. Nel 1907 c’erano ancora artigiani girovaghi in grado di costruire uno stagno di rugiada, scavando un semplice buco in terra, anche poco profondo, e riempiendolo di paglia secca, a sua volta ricoperta da uno strato di argilla. Infine l’argilla veniva cosparsa di pietre.
    Questo tipo di stagno, notte dopo notte, si riempiva gradualmente e velocemente di acqua.
    Tale tipo di stagno venne descritto in Scientific American nel 1934.
    Negli anni ’50 del ‘900 il famoso inventore rumeno, vissuto lungamente in contesti anglosassoni ed infine trapiantatosi in Francia, costruì un sistema per produrre acqua dalle saline. Si trattava di un enorme silo dalle pareti riflettenti, situato pochi centimetri sopra una pozza di marea ed angolato in modo da raccogliere la luce solare. Si creava una corrente di aria forzata che, arrivata in cima al silo, era satura di umidità e veniva spinta da apposite ventole attraverso un condensatore da cui usciva acqua pura. Stranamente il governo francese costrinse Coanda a sospendere i suoi esperimenti sentendo minacciato il proprio monopolio sulla produzione del sale. Coanda tuttavia descrisse e brevettò i suoi sistemi.

    Chi volesse approfondire tali tematiche, e trovare i brevetti di Conda, e magari anche coloro che fabbricano e costruiscono pozzi ad aria e strutture similari possono consultare in rete i seguenti siti:
    www.liutprand.it
    www.nexus.it
    www.rexresearch.com
    P. Nicoletti
    jpg
    http://www.ciaonet.it/pg/file/Luigi/read/9...mento-dellacqua
     
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  2. ReRe1
     
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    User deleted


    Grazie mille per questo corposo e interessantissimo inventario di tecnologie straordinarie. :D
     
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1 replies since 15/5/2012, 07:56   2814 views
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