Le lusinghe dell’io

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  1. isaefrenk
     
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    Le lusinghe dell’io

    L’uomo ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa: una fede, una speranza, qualcosa che lo conforti nel dolore presente ma che, al tempo stesso, valorizzi questo dolore, lo trasformi in “volontà di dio”, espressione del suo affetto per gli uomini.
    Il dolore scomparirà dalla terra, ciò non dimeno è necessario.
    L’uomo liberato non conosce dolore. Guai se non lo conoscessero gli altri.
    Quella fede, quella speranza sviano l’esatta considerazione del dolore. Esse dicono: “questo dolore ti viene dato perché dio ti ama”, anziché dire: “questo dolore è il frutto di qualcosa che hai fatto senza avere compreso”. Quella fede e quella speranza sono un’illusione, un tranello, una lusinga dell’io.
    Non cercate il conforto do quella fede, di quella speranza, per non restare delusi. Non cullatevi nel pensiero che soffrite per volontà di dio, bensì siate consapevoli che soffrite perché avete agito senza comprensione.
    È molto più facile e comodo ritenere il dolore una prova piuttosto che considerarlo frutto della nostra mancanza di duttilità, in quanto ciò accarezza l’ambizione dell’io; ma vede la realtà chi ha dimenticato l’io, chi non conosce le sue lusinghe, i suoi tranelli.
     
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