Errori e pregiudizi

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  1. isaefrenk
     
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    Errori e pregiudizi

    Quando l’uomo è stanco, sfiduciato, deluso dalla vita; quando soffre profondamente ed intimamente, dimentica tutto nella ricerca della ragione per la quale soffre. Egli segue istintivamente un rimedio naturale, come gli animali vanno istintivamente verso determinate piante che possono curare le loro infermità. Si, nel momento della sofferenza l’uomo segue e fa ciò che ogni giorno dovrebbe fare; e se ogni giorno dimenticasse, cioè fosse libero da ogni antica zavorra, non avrebbe sofferenza. Questo non sarebbe un rimedio ma una cura preventiva.
    L’individuo deve essere libero, nascere ogni giorno. Per fare un mondo nuovo non occorrono nuove istituzioni, nuovi ritrovati; occorre quello che nei casi disperati viene istintivamente suggerito dalla natura: occorre che l’uomo dimentichi tutto, abbandoni l’antica zavorra e nasca nuovamente.
    È molto difficile per l’uomo d’oggi, attaccato al passato, a quanto gli è prezioso e caro, nascere ogni giorno. Ma guardiamo meglio che cosa vuol dire “essere nuovi ogni giorno”.
    Ogni individuo ha delle proprie convinzioni, delle regole alle quali non ama trasgredire. E spesso sono queste convinzioni, questi pregiudizi, queste regole ereditate di padre in figlio, a procurargli sofferenza. Una regola, un comandamento può andare bene per un periodo di tempo; e andrebbe bene per l’eternità se l’individuo non cambiasse; ma proprio per il naturale trasformarsi dell’individuo, la regola decade, la norma non è più valida, è superata. Quando l’individuo vuole invece rimanere attaccato a questa norma, a questa regola, si procura la sofferenza.
    Chi di voi non ha inciampato in qualche antico pregiudizio, qualcosa che nel tempo antico andava bene per certe creature, per risparmiare loro sofferenza non avendo essa sviluppato la coscienza? Ma oggi, se questa coscienza è sviluppata, se quella norma è trascritta nell’intimo vostro, tanto da essere ormai parte di voi stessi, allora quella norma non serve più, è cosa fredda, morta, non ha ancora alcun valore.
    È nella natura stessa, come rimedio, di suggerire all’individuo il nuovo. Vedete folle che seguono una qualche forma di spettacolo, e con il passare del tempo quello spettacolo non piace più. Perché questo? Perché, ripeto, è nella natura stessa dell’individuo la ricerca del nuovo.
    Quando l’individuo prende la consuetudine di fare qualcosa, fissa dei canoni, imprigiona qualsiasi espressione della propria attività in canoni – e potrebbe essere l’arte – e l’espressione stessa ne risulta legata impedita. Quelli che vogliono esprimersi in quella direzione, hanno il timore che la preoccupazione di violare quei canoni, di non rispettarli e perciò di perdere il plauso degli altri. Ecco perché, se l’uomo rimane attaccato a questi canoni, impedisce ogni ulteriore espressione e quella forma d’espressione decade: l’individuo non può più usarla. Si cerca allora il nuova, dove ancora non ci siano dei canoni, dove il campo è aperto e l’espressione è libera. Così è per voi: quando vi cristallizzate, impedite al vostro intimo di sgorgare spontaneamente, liberamente. Perciò vi diciamo: “siate nuovi ogni giorno”, e così dicendo non vi invitiamo ad essere incoscienti ma a rinnovarvi intimamente.
     
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0 replies since 28/5/2007, 17:24   82 views
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