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isaefrenk.
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L'assassinio di Benazir Bhutto ha - nel senso vero del termine - rovinato la festa: del Natale e del vicino capodanno. Il perch้ lo cerchiamo di spiegare rovesciando la frase di esordio.
Intanto non ่ vero che il Pakistan sia lontano. Il motivo hanno cercato di spiegarcelo nei Tg e negli speciali che si sono accavallati subito dopo la notizia.
Il Pakistan cio่ non ่ lontano n้ marginale per la sua posizione geografica, cerniera tra medio oriente, India, Afghanistan. Che non fosse marginale lo sapevano giเ da un pezzo gli Stati Uniti, che hanno concentrato in questa regione molti sforzi diplomatici.
Non ่ periferia del mondo nemmeno da un punto di vista musulmano. Perch้ per numero di aderenti alla religione di Maometto, lo stato asiatico ่ secondo al mondo. Infine dal punto di vista politico.
Il Pakistan possiede nel suo arsenale la bomba atomica, che convive con una situazione sociale e politica non stabile, non controllata, specie nelle regioni nord del paese al confine con l'Afghanistan, controllate da gruppi estremisti.
Secondo punto: noi iniziamo questo messaggio con "ศ un triste presagio". Ma speriamo che non lo sia.
Certo, appare a tutti come un brutto colpo.
Il telegiornale italiano principale, quello di Rai 1, ha parlato di scenario da "terza guerra mondiale", correggendo il tiro poco dopo per bocca del direttore dello stesso telegiornale, che ha parlato di quella citazione come di un tentativo di esorcizzare la guerra.
E tuttavia l'orizzonte non ่ positivo. Anche se la Bhutto non era Gandhi, era comunque un simbolo per tutto il mondo islamico, e un simbolo positivo, una donna autoritaria ma sostenitrice della democrazia. La prima donna islamica alla guida di uno stato moderno. Poi l'esilio, e il fragile ritorno di questi mesi, con l'uccisione dell'altro giorno a sancirne la consacrazione a simbolo.
Si riuscirเ a trasformare questo tragico evento in qualcosa di diverso da "un triste presagio"?Attached Image
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BENAZIR BHUTTO"un triste presagio"dal lontano Pakistan |