La mente è come una pellicola

registra tutto il movimento esterno

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  1. isaefrenk
     
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    La mente è come una pellicola, registra tutto il movimento esterno e poi sta a noi rivedere questa pellicola, fotogramma per fotogramma, senza retribuire all’impressione della pellicola mentale colpe o meriti all’esterno di essa, poiché quello che ci trae in inganno è che tutto ci si presenta, come prima analisi, al contrario (il piano fisico è il piano dei contrari).Un fotogramma va analizzato per come si presenta, non come ci appare, il fotogramma successivo va analizzato nello stesso modo, il quale va a situarsi in una successione logica in cui non si contraddice, esempio: se analizziamo perché lo scherzo è un attacco, possiamo, nel fare regressione di tale conclusione, capire che non accelera la nostra comprensione uno scherzo, ma la sofferenza che con noi non ha scherzato, anzi, ha fatto in modo che il compreso sia ben marcato nella nostra memoria e quindi collocato là dove va ad ampliare la coscienza per aver riconosciuto in logica la successione esatta dei fotogrammi, senza contraddizioni e per non contraddirsi, la logica, non scherza.Quindi, se per comprendere, lo scherzo non lo riusciamo a collocare in nessun modo, se non nella sua logica fine a se stessa, possiamo concludere senza il pericolo di dare alla mente un input sbagliato, che lo scherzo è espresso da chi vuole nascondere delle paure, conscie o incoscie.Ecco come analizzare, fotogramma per fotogramma, la pellicola che la mente ha incamerato, impressionandosi con il mondo esterno.Vero è che per fare ciò il punto di vista deve spostarsi nel piano superiore e cioè la coscienza, tale punto di vista è come se veramente guardassimo una pellicola di un film con occhio critico.Usare un metodo che ponga i fotogrammi in successione per un risultato chiaro, non è compito facile e a volte non gradito dalla nostra mente, ma più chiaro è apparso a noi meglio riusciamo a raccontarlo e meglio riusciamo a raccontarlo più si allontana “dall’appartenenza della nostra espressione”.Quando riusciremo a fare questo, sarà più facile che il nostro punto di vista si riconosca per quello che è e il metro della nostra evoluzione sta nel tempo che corre nel riconoscersi in quello che si è.Molti non accettano di parlare di sé per paura di scoprirsi, non parlano di sentimenti, quando i sentimenti sono, dopo i pensieri, i fotogrammi che precedono la parola, quindi pensiero, sentimento, parola, vanno in successione logica, solo così si può aver analizzato i fotogrammi in modo corretto e la logica del film, del nostro film, torna senza contradizzioni.Quando ciò ci viene in modo spontaneo, ci si riesce a mettere nei panni del nostro simile e analizzare i fotogrammi di esso, quando, naturalmente, viene richiesto, altrimenti se non c’è la richiesta, non c’è voglia di comprensione e non v’è modo di far nulla se non quella di lasciare alla vita il compito di fare il suo percorso
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    Edited by isaefrenk - 4/6/2010, 22:16
     
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