Dieci anni fa l'addio a Battisti. Ma Lucio è vivo

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    ROMA (7 settembre) - Nove settembre 1998, impossibile dimenticare la morte di Lucio Battisti. Aveva 55 anni, stava male ed era ricoverato. Quando tutte le radio pubbliche e private cominciarono a passare le sue canzoni l'Italia capì cosa era successo. A distanza di dieci anni la sua tomba a Molteno, comune della Brianza dove ha vissuto a lungo, è ancora meta di pellegrinaggi. Un piccolo luogo di culto, però, ben lontano dai fasti di quelli di altri miti - l'esempio più eclatante è la Graceland di Elvis Presley - a conferma del rispetto dei fan per l'artista che scelse l'assenza.

    «La visita alla tomba di Lucio Battisti è diventata un'abitudine costante», spiega il sindaco di Molteno, Nando De Capitani. La cappella dov'è sepolto l'artista di Poggio Bustone ha i vetri scuri ed è difficile leggere il suo nome. All'interno della cappella, dal poco che si può intravedere al di là dei vetri oscurati, lettere, bigliettini e dediche, sparsi qua e là sul pavimento. Il pellegrinaggio di concittadini e semplici curiosi è silenzioso, riservato, quasi a voler rispettare il carattere schivo del cantante. Anche quest'anno si è rinnovato il ricordo di Lucio Battisti, grazie a Un'avventura, le emozioni, la kermesse che il Comune organizza ogni anno per celebrare il concittadino, aperta ieri e che si chiude oggi. Tra le iniziative in programma, la mostra Un tuffo dove l'acqua è più blu, curata da Italo Gnocchi, una collezione di locandine e manifesti di concerti, tributi, e convegni che in questi dieci anni hanno ricordato Battisti.

    Ma c'è anche tanta musica come quella di Maurizio Vandelli, ex Equipe 84, che ha inciso diverse canzoni di Battisti (Nel cuore, nell'anima, 29 Settembre) arrivando al top delle classifiche; e di Edoardo Bennato, che non ha mai interpretato brani dell'artista ma che ha fatto parte della Numero 1, l'etichetta per cui Lucio ha inciso i suoi più grandi successi degli anni '70. E per chi volesse leggere, è in libreria Lucio Battisti, la vita, le canzoni, il mistero di Leo Turrini edito da Mondadori.

    Sempre più amata dal pubblico, la manifestazione non è però vista di buon occhio dalla vedova di Battisti, Grazia Letizia Veronese: solo la settimana scorsa ha fatto pervenire in Comune una lettera con cui diffidava dall'organizzare l'evento e dall'utilizzare l'immagine del marito. «È l'ennesima diffida che ci manda - ha detto il sindaco di Molteno, Ferdinando De Capitani - per impedire lo svolgimento di una manifestazione che evidentemente non le piace. Noi però siamo tranquilli perché, con questo evento, non ci siamo mai permessi di invadere la sfera privata della famiglia Battisti. Vogliamo solo ricordare l'artista e celebrarne il suo percorso musicale».




    in questi giorni abbiamo sentito molto la presenza di Battisti, prima ancora di sapere che in questi giorni ricorre il trapasso
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    Lucio Battisti 5 marzo 1943
    9 settembre 1998
    Emozioni eterne
    Lucio Battisti nelle opere letterarieVisita i film di Lucio BattistiVisita la discografia di Lucio Battisti


    Lucio Battisti, indimenticabile cantautore nasce a Poggio Bustone, paese di collina in provincia di Rieti, il 5 Marzo 1943. Come in tutte le cose che riguardano Battisti, uomo che è sempre stato gelosissimo della sua privacy, al punto da scomparire per anni dalla luce della ribalta, poco si sa della sua primissima infanzia: le rare testimonianze raccontano di un bambino tranquillo, abbastanza chiuso e con problemi di peso.

    La famiglia, integrata dalla sorella Albarita, è del tipo piccolo-borghese che va per la maggiore nell'Italia di quegli anni: mamma casalinga e padre impiegato alle imposte di consumo. A Poggio Bustone comunque il cognome Battisti è molto diffuso, non a caso mamma Dea si chiamava Battisti anche da nubile. Nel 1947 la famiglia si trasferisce a Vasche di Castel Sant'Angelo vicino Rieti e tre anni più tardi a Roma; durante le varie vacanze estive la città natale rimarrà una meta fissa.

    A fronte di questo vuoto informativo, a fatica colmato dai biografi, viene in soccorso una dichiarazione del cantautore stesso, rilasciata in un'intervista del dicembre 1970 per la rivista Sogno: "I capelli ricci li avevo anche da bambino e così lunghi che mi scambiavano per una bambina. Ero un ragazzino tranquillo, giocavo con niente, con una matita, con un pezzo di carta e sognavo. Le canzoni sono venute più avanti. Ho avuto un'infanzia normale, volevo fare il prete, servivo la messa quando avevo quattro, cinque anni. Poi però una volta, siccome parlavo in chiesa con un amico invece di seguire la funzione - io sono sempre stato un grosso chiacchierone - un prete ci ha dato uno schiaffo a testa. Magari dopo sono intervenuti altri elementi che mi hanno allontanato dalla chiesa, ma già con questo episodio avevo cambiato idea".

    Nella capitale Battisti frequenta le scuole elementari e medie e si diploma come perito industriale nel 1962. Naturalmente è già da tempo che imbraccia la chitarra e canta canzoni sue o di altri, girando con amici fra alcuni locali, anche se la sua ambizione mano a mano che il tempo passa diventa sempre più quella di voler intraprendere la professione di cantante. Il padre Alfiero non si trova d'accordo con le scelte artistiche del figlio, ancora puramente abbozzate. Si dice che in una delle tante discussioni in proposito, Alfiero abbia addirittura rotto in testa a Lucio una chitarra.

    La prima esperienza in un complesso musicale è nell'autunno 1962 come chitarrista de "I Mattatori", gruppo di ragazzi napoletani. Arrivano i primi guadagni, ma non sono abbastanza; ben presto Lucio Battisti cambia complesso e si unisce a "I Satiri". Nel 1964 il complesso si reca a suonare in Germania e Olanda: un'ottima occasione per ascoltare la musica di Dylan e degli Animals. Il primo ingaggio di Battisti solista arriva quando lo chiama il Club 84 di Roma.

    Il cantante dimostra subito di avere le idee chiare e una buona dose di ambizione; da quella esperienza ricava la netta sensazione che suonare in gruppo non gli piace e così decide di tentare la fortuna da solo a Milano, considerata al tempo una sorta di "Mecca" della canzone. Qui, diversamente da molti suoi coetanei che per sbarcare il lunario accettano lavori alternativi, non si piega a soluzioni di compromesso e, barricato per settimane intere in una pensione di periferia, persegue senza distrarsi un unico scopo: prepararsi al meglio in attesa dell'incontro con un discografico importante.

    Nel 1964 compone assieme a Roby Matano le sue prime canzoni, per poi approdare al primo 45 giri, "Per una lira". Il fatto curioso è che i produttori decisero di non mettere il suo volto in copertina perchè ritenuto di scarso "appeal". Così si ricorse ad un compromesso, mostrandolo a figura intera, di spalle, abbracciato a un ragazza, mentre sui due campeggiava la riproduzione di una liretta, monetina già a quel tempo assai rara.

    Nel 1965 l'incontro determinante con Giulio Rapetti, tra i più noti "parolieri" del panorama italiano, sotto lo pseudonimo di Mogol. I due trovano una giusta forma di simbiosi che durerà felicemente per oltre tre lustri, durante i quali assieme scriveranno alcune pietre miliari della musica leggera italiana.

    Nel 1968 con "Balla Linda" Lucio Battisti partecipa al Cantagiro; nel 1969, in coppia con Wilson Pickett, presenta a Sanremo "Un'avventura". L'affermazione decisiva arriva nell'estate seguente, al Festivalbar, con "Acqua azzurra, acqua chiara". Ma gli anni di Battisti sono stati indubbiamente i '70 e gli '80, inaugurati con due canzoni di grande successo, "La canzone del sole" e "Anche per te", incise per la sua nuova etichetta, da lui stesso fondata con alcuni amici e collaboratori, e che porta il nome emblematico di "Numero Uno". Da quel momento in poi scandisce serie impressionanti di successi, di veri e propri capolavori, tutti al primo posto nelle classifiche. Inoltre forse non tutti sanno che Battisti è stato anche autore per altri, editore e discografico, distribuendo successi per Mina, Patty Pravo, il complesso Formula Tre e Bruno Lauzi.

    Ma il grande successo ottenuto non ha scalfito quella dimensione intimistica e familiare che Lucio Battisti ha sempre privilegiato nella sua vita. Caratteristica più unica che rara, ha mantenuto il contatto con il pubblico solo attraverso i suoi dischi e qualche sporadica intervista concessa alla stampa, ignorando televisioni e concerti, ritirandosi in campagna. Per realizzare prodotti migliori e all'altezza delle sue aspettative, dapprima istituì una sala di registrazione personale direttamente in casa e in seguito, alla ricerca di un suono sempre più moderno, cercò studi ottimali in Inghilterra o negli Stati Uniti.

    I suoi dischi sono sempre stati il frutto di un lavoro lungo e meticoloso dove nulla è stato lasciato al caso, nemmeno la copertina. Le conseguenze di questo scrupolo sono stati i costi assai elevati di molte delle sue produzioni, anche se il prodotto finale non ha mai tradito le aspettative né di chi lo aveva realizzato o aveva concorso a realizzarlo, né del pubblico cui era destinato.

    Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti si è spento, suscitando enorme clamore e commozione in Italia, il Paese che lo ha sempre amato e sostenuto malgrado la decennale assenza dalla ribalta mediatica. Ricovero e malattia, prima del decesso, sono stati dominati dal silenzio quasi assoluto sulle reali condizioni di salute.

    Oggi, dopo la sua scomparsa, la sua casa di residenza è oggetto di un'inarrestabile via vai di fan o semplici curiosi. Vista l'affluenza, una scala appositamente costruita permette di osservare da vicino il balcone dove l'artista, da giovane, suonava la sua chitarra.
    http://biografie.studenti.it/biografia.htm...=Lucio+Battisti
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    ultimo aggiornamento: 08/09/2004

    Lucio Battisti nelle opere letterarieVisita i film di Lucio BattistiVisita la discografia di Lucio Battisti


    Aforismi di Lucio Battisti
    «Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce, più hai potenziali giudici di ciò che fai.»
    «Io ho del talento, lo dico senza mezze parole perché non sono un ipocrita. Mi sarei imposto comunque, quindi non devo niente a nessuno.»
    «Come la ragione, perché con la ragione si soppravvive a tutto. Si distrugge il distrutto, ricostruendo a intarsi la copia fedele dell'innamorarsi.»
     
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