Una tesi in matematica

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  1. isaefrenk
     
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    Una tesi in matematica
    A Molteno (la residenza di Lucio Battisti in Brianza; ndr) sono stato spesso a trovarlo. Siccome sono un grande invalido di guerra, avevo diritto a due mesi di ferie e uno lo passavo da lui. Lui suonava, suonava... Passava le nottate con la chitarra in mano, era un perfezionista. Gli piaceva anche dipingere, era un grande appassionato di pittura astratta. Mi ha detto Mogol che negli ultimi tempi Lucio aveva ripreso a studiare e si stava laureando, stava per discutere la tesi in matematica. Purtroppo non ha fatto in tempo... Al funerale non ci sono andato, non me la sono sentita... Alla mia età, e con la mia ferita, un'angoscia così poteva essere pericolosa. Della sua malattia, Lucio a me non ha mai detto niente. Certo nessuno pensava che andasse a finire così, ma forse è una questione genetica. Mio fratello è morto a 54 anni della stessa malattia, una rara forma di tumore, e anche Albarita, l'altra mia figlia, e anche mia moglie...
    Con la mamma Lucio aveva un rapporto molto forte. Quando veniva a trovarci qui a Poggio Bustone, Lucio era alla mano, verace. Gli piaceva la pastasciutta fatta in casa, le strangozze, come le chiamiamo qui, fatte con il pomodoro e il basilico. Gliela preparavano la mamma o le zie. Lucio era un tipo semplice. A me diceva sempre: «Papà, io faccio un mestiere come tutti gli altri e ringrazio quelli che mi comprano. Io vendo musica e non mi interessa chi se la vuole piglia'. Solo che gli spettacoli ai partiti non ce li vado a fa'». Però non è vero che aveva chiuso con i concerti, infatti faceva uno spettacolo che non ha mai saputo nessuno. Non lo sanno i parenti qui, non lo sapeva la famiglia, non lo sapeva nemmeno mia moglie Dea. Lo sapevo solo io perché mandavo su i soldi. Lucio, una volta al mese, cantava per i bambini down di un istituto di Milano.
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0 replies since 28/9/2008, 06:43   146 views
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