Roberto Saviano

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  1. isaefrenk
     
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    FRANCOFORTE - L'editore tedesco Hanser aveva provato a metterli insieme, "i due scrittori con la scorta". L'italiano Roberto Saviano e il turco Orhan Pamuk. L'evento, naturalmente, avrebbe dovuto andare sotto tutt'altro titolo, e in un ambito puramente letterario, a Francoforte. Chissà che successo, che afflusso di pubblico, e che impatto mediatico. Però, niente da fare. La casa tedesca, un colosso editoriale da centinaia di milioni di copie, e tra le cui fila militano alcuni dei più importanti autori della letteratura mondiale, ha dovuto incassare il 'no' del premio Nobel turco. Non per una questione legata alla mafia o alla camorra, come è stato detto. Ma solo perché Pamuk, proprio da quando è sotto scorta dopo le minacce di morte ricevute dai nazionalisti che in patria lo detestano per le sue posizioni liberali, preferisce tenere un profilo basso sui temi legati alla sicurezza. E concentrarsi piuttosto su argomenti letterari. "Parliamo di libri", è la sua risposta automatica non appena scattano le domande su come vive avendo le bodyguard sotto casa.

    Il premio Nobel turco e il giovane scrittore italiano si sono poi ovviamente incontrati a Francoforte. Si sono stretti la mano e hanno parlato per un poco. La cosa però non è avvenuta in pubblico, quanto invece in un appuntamento privato, a una cena che Hanser, editore di entrambi, ha organizzato l'altra sera riunendo una trentina di autori stranieri, convenuti in Germania per l'appuntamento annuale della Fiera internazionale del libro.

    Ieri infine Saviano ha fatto capolino tra i padiglioni della Buchmesse intorno all'ora di pranzo. Un breve giro informale, senza partecipare a dibattiti o presentazioni. "Basta stare in albergo", aveva detto allo staff della sua casa editrice italiana, la Mondadori, che qui lo assiste amorevolmente. E insieme con i tre agenti che lo accompagnano senza mai abbandonarlo dopo le minacce dei clan camorristi, si è affacciato fra gli stand. Una visita doverosa ai volumi del suo editore tedesco. Una puntata al padiglione 8, quello riservato agli americani dove i visitatori per entrare devono sottoporre le proprie borse al controllo di solerti guardie armate. Infine una breve sosta nel grande spazio della Mondadori, circondato da mille attenzioni.
    Vestito al solito con abiti neri e scarpe da tennis, intorno a lui si fermano alcuni editori stranieri che lo riconoscono e lo fermano, stringendogli la mano: "Auguri", "Forza!", "Bravo".

    "Ho deciso di fare una visita breve qui - dice gironzolando tranquillo fra un'ala e l'altra della Fiera, le mani in tasca - c'è poco tempo anche solo per vedere qualche libro. Comunque sono contento di aver fatto due passi tra gli stand". Nel pomeriggio un salto in albergo per qualche ora di riposo, e poi la sera all'Opera vecchia di Francoforte per ritirare il premio che la Buchmesse ha assegnato a lui e al regista Matteo Garrone, per l'adattamento letterario fatto per il film "Gomorra" tratto dal suo libro.

    "Grazie, grazie mille", ha detto lo scrittore davanti a una platea che lo ha applaudito per lunghi minuti nella sala scintillante della Alte Oper francofortese. A Saviano e Garrone la Fiera ha assegnato per la prima volta nella sua storia un riconoscimento doppio, sia all'autore dell'opera sia al regista che l'ha portata sullo schermo. "Nello scegliere "Gomorra" - ha spiegato il celebre regista tedesco Volker Schloendorff presentando il premio - la giuria ha selezionato una pellicola carica da un punto di vista politico e critica sotto il profilo sociale. Il film dipinge una realtà scioccante, in cui la camorra basata a Napoli non ha un impatto soltanto regionale. Le sue ramificazioni, infatti, si espandono in tutto il mondo". "La trama così potente del film - ha aggiunto il direttore della Buchmesse, Juergen Boos - deriva dalla sua fonte letteraria, che è autentica e non sentimentale. Il che ha reso il tutto molto più realistico".

    A suo agio nelle scarpe da tennis, stretto fra le guardie del corpo, Saviano si è goduto lodi e attenzioni. Dopo la consegna del premio per lui una lunga standing ovation. Saviano ha detto: "Per noi raccontare significa trasformare la realtà, vedo in Italia in questo momento tante persone come me che vogliono trasformare in meglio le cose. In altre parti d'Europa forse non c'è quella stessa necessità che sentiamo noi di dover raccontare e trasformare la realtà".
    http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/c...rancoforte.html
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0 replies since 19/10/2008, 06:28   49 views
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