Il mondo dei figli

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  1. isaefrenk
     
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    Il mondo dei figli

    I figli costituiranno l’interesse predominante della famiglia, essendo l’unico motivo che avrà spinto i genitori a vivere in comune, contraendo tuttavia un patto morale per cui ogni eventuale difficoltà di relazione fra loro, di comune intesa, passerà in secondo piano rispetto al bene dei figli. Attorno ai figli, quindi, e non nella coppia, graviterà la futura famiglia.
    Amare e donarsi così tanto ai figli da liberamente e con convinzione sacrificare i propri desideri di evasioni non significherà tuttavia essere dei genitori permissivi; l’educazione sarà massimamente comprensiva dei problemi personali dei ragazzi ma al tempo stesso si saprà che la forza del carattere e la volontà si sviluppano non certo togliendo ogni preoccupazione e dando tutto quello che è desiderato, ma al contrario facendo risolvere a ciascuno i propri problemi, facendogli pagare il prezzo della conquista dell’oggetto desiderato.
    Amare significa comprendere, ma comprendere non significa secondare tutti i capricci dell’amato. Amare i figli significa avere a cuore il loro bene, che molte volte non coincide con i loro desideri; perciò significa anche saper dire di no; significa dare loro una certa autonomia ma non abbandonarli a loro stessi; cioè fare come fanno gli animali che sorvegliano i loro cuccioli a distanza, pronti a intervenire quand’essi trovino un pericolo nell’esperienza del divezzamento; significa durare fatica e rinunciare alla propria vita: e tutto questo non farlo per avere dei figli che siano perle di cui adornarsi.
    Molti genitori falliscono nella loro funzione di educatori proprio perché vogliono costruire i loro figli secondo un modello che si sono fatti e che soddisfa la loro ambizione. I figli sono esseri e non sono oggetti da ostentare per vantare il proprio valore. Amare i figli significa aiutarli con misura ed intelligenza.
    E qua torna giusto citare le parole del maestro Kempis: “ se dare ai figli la sicurezza economica significa renderli insensibili al bisogno degli altri; se dar loro facilmente tutto quello che desiderano significa renderli incapaci di godere delle piccole cose o, peggio ancora, di gioire della vita: se togliere loro ogni preoccupazione significa convincerli che tutto è a loro dovuto; se mettergli al centro dell’attenzione significa far loro valorizzare se stessi oltre misura, cioè accentuare l’egoismo; allora adoperatevi affinché i vostri figli conoscano e affrontino le difficoltà della vita in prima persona”.
    Tutto questo bene lo sapranno il genitori del futuro, e altrettanto bene sapranno i loro figli che ai genitori non si deve solo chiedere, si deve anche dare.
    Genitori saranno non coloro che avranno fornito il materiale genetico per la nascita del corpo fisico ma coloro che avranno allevato una creatura, l’avranno seguita, curata, amata, anche se non sarà stata da essi generata. E tutto l’amore che i genitori daranno ai figli, i figli lo ricambieranno.
    Quando, adulti, non avranno più bisogno del sostegno dei genitori, non dimenticheranno, non abbandoneranno chi li avrà preparati e introdotti nella vita; quando a loro volta saranno genitori che allevano figli, comprenderanno il sacrificio di chi li ha allevati e ricambieranno tutto l’affetto che su di loro fu riversato. Perciò i genitori non saranno considerati un peso quando non avranno più nulla da fare, e non saranno emarginati.
     
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