CHI DICE "IO" DENTRO DI

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  1. isaefrenk
     
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    La risposta dei Kahunas (1)

    Nel libro "The Secret Science at Work" (La Scienza segreta al lavoro), si
    può trovare una serie di informazioni assai utili per comprendere la
    costituzione dell'uomo, e dei suoi processi mentali, nell'interpretazione
    data dai Kahunas, gli sciamani di un popolo, ora estinto, che abitava le
    isole Hawaii.

    Uno degli elementi fondamentali nella dottrina dei Kahunas è la convinzione
    che nei mondi invisibili esistono degli esseri spirituali ad un livello
    evolutivo superiore, uguale ed inferiore a quello dell'attuale umanità. In
    accordo con l'insegnamento comune a tante altre Scuole di pensiero, l'uomo
    non viene considerato un corpo più o meno pesante, bensì un essere
    spirituale che vive in quel corpo.

    Questo essere spirituale, ovvero colui che dice "io" dentro di noi, nella
    dottrina dei Kahunas, non è solo,
    gli fanno compagnia un essere meno evoluto (detto sé-inferiore) ed uno,
    molto più evoluto di lui, che potremmo ravvisare nell'Angelo custode dei
    Cristiani o nel Sé-spirituale degli Indù. Pertanto, secondo questa
    dottrina, in ogni corpo umano, convivono tre "esseri", a diverso livello
    evolutivo ed ognuno di essi svolge delle funzioni ben definite, ovvero:

    - Il Sé-superiore, è la scintilla divina in noi. Tra i tre è l'essere più
    evoluto, autorevole, giusto e fidato.
    - Il sé-intermedio, è la sede del ragionamento logico e razionale; è quello
    con cui noi ci identifichiamo quando pensiamo "io".
    - Il sé-inferiore, è la sede delle emozioni e della memoria.

    Il sé-inferiore è il fedele servitore degli altri due ed è intimamente
    connesso con il sé-intermedio come se ne fosse il fratello minore. Questa è
    la sede dove avvengono i processi di memorizzazione e nascono le emozioni
    (amore, odio, paura, ecc.). Talvolta le emozioni possono essere così
    intense da coinvolgere il sé-intermedio a tal punto da fargli perdere il
    controllo.

    Il sé-inferiore ragiona in modo assai limitato, essendo il suo grado di
    evoluzione inferiore a quello del sé-intermedio il quale, a sua volta, è
    assai più limitato del Sé-spirituale. Il modo di ragionare del sé-inferiore
    potrebbe essere paragonato a quello degli animali domestici; come essi può
    infatti provare tristezza, rabbia, paura e fame. Ha però il vantaggio di
    avere come ospite un essere a lui superiore (il sé-intermedio) che dovrebbe
    costituire una guida saggia e sicura.

    Sempre secondo i Kahunas il sé-intermedio dovrebbe aiutare il sé-inferiore
    a crescere, a diventare meno istintivo e più umano. Nello stesso modo il
    Sé-Spirituale, se ne accettiamo la guida, può aiutare noi (sé-intermedio) a
    progredire nella nostra evoluzione spirituale. Secondo loro, la cosa
    peggiore che possa capitare al sé-intermedio è quella di scendere al
    livello del sé-inferiore e di condividerne i selvaggi istinti animali. Non
    vi è un peggior spettacolo di un sé-intermedio che, dimenticata la sua
    posizione di guida e insegnante, scende al livello del sé-inferiore per
    condividerne l'odio, gli istinti e le insondabili paure.

    La risposta della psicanalisi

    Lo spunto iniziale da cui è partita la psicanalisi è stato dato da un
    collega di Freud (1859-1939), il dottor Breuer, il quale, tra il 1880 e il
    1881, riuscì a liberare una malata di paralisi facendole ricordare, sotto
    ipnosi e per molte sedute, il momento in cui il problema si era instaurato.
    Freud, molto interessato a questo approccio terapeutico, inizio a
    collaborare con Breuer e le loro esperienze furono pubblicate in un
    trattato dal titolo "Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici".

    Fin dall'inizio del loro lavoro compresero che nella mente vi sono dei
    processi subconsci e pertanto sconosciuti ed il fatto che una emozione che
    non può essere scaricata (fuga, lotta, ecc.) può creare dei blocchi che
    appariranno in un secondo tempo come disturbi di cui non si comprendono le
    ragioni. Secondo Freud anche le tematiche presentate dai sogni nascono nel
    subconscio ed è perciò possibile analizzarli per scoprirne le origini e da
    queste risalire alla fonte del disturbo attuale.

    Verso il 1920 Freud fece una revisione delle sue teorie, diede importanza
    all'aggressività, all'odio, all'ambivalenza e, ciò che più conta, definì
    come, secondo lui, era strutturata la personalità psichica di una persona.
    Questa personalità appariva formata da tre enti autonomi e distinti:

    - il Superio (parte di cui non siamo consapevoli e rappresenta la fonte
    delle esigenze morali),
    - l'Io-cosciente (la parte che ragiona quando siamo svegli),
    - l'Es (la parte istintiva, subconscia).

    Tutte queste scoperte e speculazioni teoriche portarono Freud a considerare
    le nevrosi, o problemi mentali, come espressioni di conflitti sorti tra
    l'Io e qualche impulso istintivo (per Freud prevalentemente sessuale) che
    all'Io appaiono incompatibili. Proprio per questa ragione I'Io ha impedito
    loro sia di salire alla coscienza e perciò di realizzarsi fisicamente
    mediante un processo tecnicamente definito come "rimozione".

    La risposta di Emil Couè

    Emil Couè (1857-1926), che potrebbe essere definito come "il padre delle
    terapie suggestive", considerava l'uomo come suddiviso in un Ioprimo,
    cosciente, di fronte all'Iosecondo, il non cosciente o subconscio.

    Egli scrisse: "Questo 'Io secondo' non dorme mai e si occupa di tutto ciò
    che l'Ioprimo gli propone. Egli è il guardiano della nostra memoria, ed
    appena noi gli chiediamo qualche cosa che la memoria ha messo da parte,
    egli la ritrova senza il minimo sforzo. Ma egli dimora in stanze così
    lontane che è difficile mettersi in rapporto con lui e comunicargli ciò di
    cui abbiamo bisogno. Pare che il miglior momento sia quello in cui il
    nostro Io-primo non è di servizio; il momento cioè in cui si sta per
    prendere sonno, ed il momento che segue immediatamente il risveglio" (2).

    Secondo il Couè l'Io-primo è colui che gestisce i vari ragionamenti
    necessari per la vita quotidiana mentre l'Io-secondo ha invece a sua
    disposizione tutto il materiale che abbiamo accumulato nella nostra mente
    (ricordi, traumi, desideri non risolti, frustrazioni, ecc.). E' assai
    importante ricordare che questo Io-secondo non è catalogabile come morale o
    immorale; è soltanto la somma di tutte le nostre tendenze, dei nostri
    istinti e dei nostri desideri profondi. Egli non conosce le convenzioni
    morali o religiose, così come accade per un bambino piccolino i suoi
    interessi sono centrati soltanto a soddisfare il più rapidamente possibile
    i bisogni primari, siano essi fisici o sentimentali.

    E' notevole come le definizioni utilizzate dal Couè ci richiamino quelle
    date dai Kahunas, nell'Io-primo ritroviamo infatti le caratteristiche
    proprie del sé-intermedio e nell'Io-secondo quelle del sé-inferiore.
    E' anche interessante una definizione data da Alice Baird nei riguardi del
    subconscio; definizione che si adatta perfettamente sia all'Io-secondo del
    Couè che al sé-inferiore dei Kahunas. Ella disse: "Nella casa, così poco
    nota della nostra vita, non nel sottosuolo come molti credono, ma in stanze
    lontane che noi visitiamo raramente, dimora un Essere misterioso, metà
    genio (poiché può compiere cose meravigliose) e metà schiavo (perché
    realizza senza opposizione), ciascun pensiero e ciascuna indicazione che
    gli facciamo pervenire" (2).

    La risposta di San Paolo

    Per San Paolo, l'uomo è costituito da un corpo di carne, un'anima (mente,
    intelligenza) ed un corpo spirituale. Ne cita l'esistenza quando scrive:
    "Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è
    vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta
    del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto
    questo! (1 Tess. 5:23-24).

    Egli precisa che: "Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale,
    e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il
    secondo uomo viene dal cielo (1 Cor. 15:46-47). Ed aggiunge anche che la
    resurrezione della carne non avverrà con il corpo fisico ma con quello
    spirituale: "Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono
    ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare
    l'incorruttibilità (1 Cor. 15:50).

    La risposta dell'Esoterismo o Filosofia Esoterica

    Per l'Esoterismo il mondo in cui viviamo si compone di una sostanza
    primordiale che, diventando sempre più densa, ha assunto la configurazione
    di ciò che noi chiamiamo "materia". Siamo pertanto in un universo in cui la
    parte più sottile (Spirito) convive ed interpenetra la materia più grossolana.

    Nel passaggio da Spirito a materia, questa sostanza assume sette gradi o
    stati in cui diventa sempre più densa. Partendo dal piano della materia più
    densa ed andando verso quella più sottile troviamo il piano "astrale" e
    quindi quello "mentale". L'uomo, sperimenta con il corpo fisico il piano
    materiale, con le emozioni e passioni quello astrale e con i pensieri
    quello mentale. Pertanto il suo vero Sé o Ego, si localizza nei piani al di
    sopra di questi tre.

    L'uomo, nella sua realtà ultima, viene considerato come una "Monade" o
    scintilla del fuoco divino che San Paolo chiama "spirito". Questa
    particella di divinità, per poter fare delle esperienze di
    autoconsapevolezza, altrimenti impossibili, si veste di materia sempre più
    grossolana e perde coscienza della sua reale e divina identità.

    Ciò che dice "io" nell'uomo è la sua personalità, ovvero la sua coscienza
    focalizzata nel corpo fisico, astrale e mentale. Il Vescovo Leadbeater
    disse: "Se noi pensiamo l'Ego come il vero uomo, allora la personalità è la
    mano che egli introduce nella materia allo scopo di poterci lavorare ed
    all'Antakarana, come al suo braccio". L'Antakarana è il "Ponte" o
    "Arcobaleno" che collega l'uomo spirituale alla sua personalità.

    La personalità (3)

    Qui vorrei richiamare la vostra attenzione sull'origine ed il significato
    del termine "personalità". Esso deriva dal vocabolo latino persona, che
    significa maschera. Questo è esattamente ciò che la personalità è, una
    maschera del vero Sé; semplicemente assumiamo tre rivestimenti o veicoli
    per sperimentare o rispondere agli stimoli nei tre mondi della materia;
    fisico, emotivo (o astrale) e mentale.

    Se non avessimo questi rivestimenti o veicoli non potremmo rispondere a
    questi mondi. E' esattamente come se indossaste una bella veste di seta (il
    corpo mentale) e, su quella, un più pesante soprabito (il corpo emotivo) e,
    in aggiunta a quello, un largo e massiccio mantello (il corpo fisico).
    Ognuno di questi vi limita. Ognuno di essi nasconde il vostro vero Sé.
    Ognuno di essi vi rende più difficile esprimervi quali veramente siete.
    Rende anche più difficile agli altri conoscere il vostro vero sé.

    Noi non siamo il nostro corpo (4)

    Ora, la tragedia realmente grande avviene quando veniamo così limitati,
    così racchiusi entro questi rivestimenti o veicoli o maschere, che
    prendiamo ad identificarci con essi; quando diciamo: "Ho fame", "sono
    stanco", pensiamo di essere realmente affamati o stanchi, invece di
    comprendere che è solo il corpo fisico ad essere affamato e stanco.

    Ovviamente dobbiamo provvedere a che riceva cure appropriate, ma non che
    sia viziato... Noi non siamo i nostri corpi come non siamo le nostre
    macchine. Gli uni e le altre sono veicoli che usiamo.
    Facciamo lo stesso errore identificandoci con le nostre emozioni. Diciamo:
    "Sono arrabbiato" o "Sono triste". Voi non divenite mai arrabbiati o
    tristi, può divenirlo il vostro corpo emotivo, ma non voi. Ciò può essere
    applicato anche al mondo del pensiero o mentale.

    Il corpo e l'uomo... (5)

    La scelta tra il bene ed il male non dovrebbe essere difficile, perchè
    quelli che vogliono seguire il Maestro hanno deciso di fare il bene ad ogni
    costo. Ma il corpo e l'uomo sono due cose differenti, e ciò che l'uomo
    vuole non è sempre quello che il corpo desidera.

    Quando il tuo corpo desidera qualche cosa, sosta e rifletti se tu veramente
    desideri quella cosa. Perchè tu sei Dio (il tuo Sé-spirituale, N.d.R.), e
    vuoi soltanto quello che Iddio vuole; ricerca, pertanto, nelle profondità
    del tuo essere per trovare Dio in te stesso, e per udire la Sua voce che è
    la tua voce. Non confondere i tuoi corpi con te stesso, né il corpo fisico,
    né l'astrale, né il mentale. Ciascuno di questi pretenderà di essere il Sé,
    allo scopo di ottenere quanto desidera. Ma tu devi conoscerli tutti e
    conoscere te stesso quale loro padrone.

    Quando vi è un lavoro da compiere il corpo fisico vuol riposare, andare a
    passeggio, mangiare o bere; e l'uomo che non sa dice tra sé: "lo voglio
    fare queste cose e debbo farle". Ma il savio dice: "Questo che desidera non
    sono io, e bisogna che aspetti un poco". Sovente, quando si presenta
    l'occasione di aiutare qualcuno, il corpo suggerisce subito: "Quanta fatica
    sarà per me, lasciamo che altri lo faccia" Ma l'uomo risponde al suo corpo:
    "Tu non mi ostacolerai nel compiere un'opera buona".

    Il corpo è un animale al tuo servizio: il destriero sul quale cavalchi.
    Perciò trattalo bene e abbine cura; non strapazzarlo e nutrilo
    convenientemente, soltanto con cibi e bevande pure, e mantienilo sempre
    scrupolosamente pulito, libero dalla più piccola macchia di sudiciume.
    Perchè senza la perfetta nettezza e la perfetta salute del corpo non potrai
    compiere l'arduo lavoro di preparazione, non potrai sopportare lo sforzo
    incessante che esso richiede. Ma devi essere sempre tu che padroneggi quel
    corpo e non il contrario.

    CONCLUSIONE

    Arrivati a questo punto della nostra breve panoramica, possiamo constatare
    come punti di vista assai diversi concordanti sulla complessità della
    struttura psichica dell'uomo; struttura in cui si ravvisano almeno tre
    parti principali:

    1) una componente spirituale che, per la maggioranza dell'umanità, è
    contattata solo raramente; l'esoterismo la colloca nei tre mondi più
    sottili al di sotto di quello più sottile di tutti che è il Regno di Dio.
    E' la luminosa fonte di tutto ciò che di buono e bello l'uomo può fare e
    pensare,

    2) una mente razionale, che utilizziamo tutti i giorni; è la parte che
    utilizza in prevalenza l'emisfero sinistro del cervello; l'esoterismo ne
    colloca le funzioni nel corpo mentale,

    3) una mente subconscia, sede degli istinti e della memoria, di cui molte
    informazioni sono assai difficili da reperire (rimozioni, complessi, ecc.).
    E' la parte che utilizza in prevalenza l'emisfero destro del cervello;
    l'esoterismo ne colloca le funzioni nel corpo astrale o emotivo. Da essa
    scaturiscono le nostre paure ed i nostri comportamenti "cattivi", siano
    essi, egoistici, crudeli, ecc.
    Con questa panoramica concludiamo lo studio della mente nei suoi aspetti
    più esoterici che psicologici. Da questo momento, lascieremo questi aspetti
    alla rubrica "La Luce dell'Anima" ed inizieremo lo studio dei processi
    mentali da un punto di vista più psicologico.

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    Ringraziamo tutti gli autori, antichi e moderni che, con il loro lavoro
    hanno permesso questa raccolta e ci scusiamo qualora, per impossibilità,
    errore o distrazione, non abbiamo citato la fonte originale del materiale
    presentato.

    1) Max Freedom Long, The secret science at work,
    De Vorss & Co. Publisher, Santa Monica, CA, U.S.A.
    2) Emil Couè, Il dominio di sé stessi,
    Edizioni Blu International Studio, Borgofranco d'Ivrea (1990).
    3) Eunice e Felix Layton, Teosofia, pag. 32,
    Casa Editrice Astrolabio, Roma (1967)
    4) Ibid. pag. 33.
    5) Alcione, Ai piedi del Maestro, pag. 12
    Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO), (1996).
     
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